sabato 13 agosto 2011

Filosofia

É quasi impossibile non avere una filosofia di vita, anzi, se si parla con qualche filosofo si arriva persino ad affermarne la ovvia esistenza di una filosofia personale. Ma non é questo ciò di cui voglio parlare, ma del fatto che a volte ci si ritrova nella condizione di voler capire quale sia il pensiero che vogliamo nella nostra giornata.
In questi giorni vorrei riuscire a vivere lasciando perdere il mio orgoglio, intendendolo nella sua eccezione più estrema, ovvero vivere senza orgoglio anche al costo di fare la figura del fesso.
Reso l'idea? mah... penso di no in quanto non è chiara nemmeno nella mia testa. Ma se ce ne sarà occasione scriverò un'altro post.
Sono arrivato al punto di essere assillato a anche dal semplice fatto di riuscire a capire se ciò sia sensato.
Chi vuol sembrare fesso o perderci? Dire io non me la sento proprio...
Spero solo che non siano i sintomi di una nuova adolescenza... mah...

1 commento:

  1. C’è in noi la tendenza ad evadere il presente, ad
    anticipare il futuro come se fosse troppo lento
    o a ricordare il passato per fermarlo, come se
    fosse passato troppo in fretta.
    Non siamo attrezzati a vivere come si dovrebbe
    il presente, la tendenza è a fuggirlo, con un
    eccesso di materialismo o di spiritualismo.
    Vivere il presente è più faticoso perché è
    stratifi cato e complesso ma, se non vogliamo
    fuggirlo, l’unico modo è attraversarlo confrontandosi con la durezza della realtà che è non
    solo impedimento ma anche occasione.
    Il presente è il tempo opportuno per decidere
    cosa è da fare, da non fare, da scegliere, da
    potare. Il non vivere il presente facilita la vita
    come routine, stimola la dispersione mentale,
    ci rende superfi ciali, quasi assenti alla vita.
    Si realizzano così le parole del Qohelet:
    "Tutti i giorni gli affari dell’uomo sono
    fatti di preoccupazione e di rabbia… anche
    questo è fumo".
    Rischiamo un quotidiano pieno di pre-occupazione (che vive in noi prima di vivere) e rabbia
    (che vive in noi dopo aver vissuto).
    ...Torniamo a far bene le cose e conservare disponibile il cuore, ad essere noi stessi in ogni momento
    e in ogni situazione, affi nché ciò che facciamo sia
    semplice e bello, vivendo con attenzione amorosa
    e confi dente.
    “Và, mangia con gioia il tuo pane,
    bevi il tuo vino con cuore lieto...
    In ogni tempo le tue vesti siano bianche
    e il profumo non manchi sul tuo capo”.
    Qohelet 9,7
    Don Luigi Verdi

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