Credo che parlare di se stessi non sia mai facile. I motivi? troppi!
A partire dal fatto che si dice sempre ciò che si vorrebbe essere o si dice di sé solo ciò che finta umiltà riteniamo "accettabile".
Le poesie scarsamente mentono perché riescono a scassinare quella gabbia in cui ci nascondiamo per difenderci [da cosa non si sa...].
Ecco perché voglio tenere questa pagina.
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
-- Pablo Neruda - XVII sonetto
SE...
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!
-- Rudyard Kipling
Primo comandamento:
Non Comandare.
E’ per questo
che pur danzando
tra le mille tradizioni
non amo costringermi
nelle feste comandate.
Amo festeggiare
ogni giorno le epifanie
le rinascite, le resurrezioni
dell’anima mia
e della tua.
Chiamami
chiamami ogni volta che vuoi
perché io ti vorrò chiamare
per camminare insieme
anche controvento
di giorno, di notte
a pranzo o a sera
nei deserti
per strade affollate
tra belve feroci
o tra amori viandanti
sul bordo di un’oasi
dinnanzi a una candela
o sotto migliaia di stelle.
Chiamami
dalla tua sponda
perché vorrò raggiungerti
per piangere
o per ridere
nel dolore, nella gioia
e distendermi con te
al di là
dei limiti e delle ragioni
universali.
Vorrei che al cuore
noi si rispondesse
perché è l’unico
che può davvero
comandare.
Essere con te
e con me.
Anche da soli
in questa eterna
e vera
compagnia.
-- Lory Nugnes - “Il Comandamento”
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